I 22 Arcani Maggiori come via iniziatica (parte prima)

“Gurdjieff – Il simbolismo dei Tarocchi nella Quarta Via” di Egidio Presta e Luna Trusiani è un libro unico nel suo genere, che sottolinea il valore iniziatico dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi. A tal proposito, gli autori scrivono:

«E' più che lecito affermare che il Tarocco, nella completezza dell'intero mazzo, può essere definito a tutti gli effetti uno strumento iniziatico. Fu lo stesso Antoine Court de Gèbelin che nel 1781 azzardò l'intuizione che il termine “tarocco” potesse derivare dall'egiziano “tarog”, che contiene la radice “ta” (ovvero “via”) e “rog” (“regio”), per l'appunto dunque “la via dei re”. E chi erano questi re, se non i detentori della conoscenza, o meglio gli iniziati, sovrani non per le prosperità materiali accumulate, ma per le ricchezze interiori acquisite? Non è propriamente corretto però asserire, come per almeno due secoli di studi si è affermato, che i Tarocchi contengano una serie di simboli, combinazioni ed analogie che possono essere comprese solo da coloro che detengono il segreto della conoscenza. Non vi è nulla di segreto nei Tarocchi; le figure dai disegni semplici, i colori, i nomi dei singoli arcani sono messi lì in bella mostra, visibili a tutti, perciò è più corretto affermare che la maggior parte delle persone non sono interessate a comprendere la verità.

La visione e la comprensione dei Tarocchi cambia a seconda del livello di coscienza dell'osservatore che c'è dinanzi; i dettagli, le sottigliezze, i significati dei singoli arcani, ciò che viene erroneamente definito “segreto”, può essere compreso soltanto in base al livello di attenzione che viene posta durante l'osservazione. Il Tarocco agisce sull'osservatore come fosse uno specchio e l'osservatore a sua volta, identificandosi con le figure rappresentate nelle lame, entra in contatto con se stesso. Attraverso gli arcani è possibile sfruttare l'identificazione che consegue all'osservazione delle lame, al fine di ritrovare nelle rappresentazioni grafiche atteggiamenti, pensieri, emozioni, funzioni proprie, magari mai notate prima di allora. Ecco che si delinea uno degli scopi iniziatici dei Tarocchi: si può affermare che essi siano prima di tutto uno strumento di auto-osservazione.

Le carte degli Arcani Maggiori sono numerate da I a XXI. Ventuno carte dunque, e in più compare una carta senza numero, Le Mat, alla quale alcuni attribuiscono valore 0, mentre altri la collocano come ventiduesima, ma l'unica verità oggettiva che si può contemplare, è che questa carta una sua numerazione non ce l'ha, semplicemente non appartiene alla sequenza numerica del mazzo.
Se consideriamo gli arcani da I a XXI come tappe di una via iniziatica, allora l'unica carta senza numero non può essere altro se non colui che compie questo cammino, il viandante.

Il Mattojpg

Le Mat è il Pazzo, l'uomo morto che cammina con il suo fardello sulle spalle, è l'uomo addormentato che vive senza coscienza; con i sonagli che gli circondano il capo egli non può udire bene e come un cieco viene accompagnato e sorretto da un cane. Il Matto è l'uomo che si accinge ad intraprendere la via, sordo, cieco e folle, ma solo colui che si rende conto di essere un pazzo può iniziare a svegliarsi. Ogni carta dunque rappresenta una tappa in progressione che Il Matto, o meglio l'iniziato, deve attraversare e comprendere per arrivare al suo completo risveglio, alla conoscenza del suo vero sé, ovvero alla carta de Il Mondo; ogni lama quindi è un preciso stadio di questa trasformazione.

Le singole carte dei Tarocchi sono dunque diversi stati di coscienza che inevitabilmente l'uomo/viandante dovrà attraversare per giungere alla piena consapevolezza e al suo Risveglio».