I 22 Arcani Maggiori come via iniziatica (parte terza)

Il sentiero percorso dal Matto è costituito da due serie di dieci tappe ciascuna: si va dall'arcano I al X, per poi procedere dall'XI al XX. Arrivato in fondo al sentiero, il Matto si ricongiunge con il Mondo, ovvero con l'arcano XXI, che rappresenta l'Assoluto. La prima decina di arcani raffigura personaggi comuni, i quali compiono le loro azioni come se si stessero rivolgendo idealmente ad un principo superiore e celeste (notare ad esempio il libro aperto sulle ginocchia della Papessa, le stelle dipinte sul baldacchino del Carro, la spada della Giustizia che punta verso l'alto, la lanterna che fa luce all'Eremita). La seconda decina è invece composta da personaggi mitologici, simbolici, archetipici. A differenza dei primi, questi ultimi compiono le loro azioni volgendosi verso il basso, cioè verso il piano terrestre (l'Appeso sfiora il terreno con il capo, l'Arcano Senza Nome semina la nera terra con teste e arti mozzati, una scarpetta spunta sotto la veste di Temperanza, il Diavolo poggia su uno stretto piedistallo, e così via). Gli Arcani Maggiori inscenano dunque la compenetrazione tra il Cielo e la Terra, e ci ricordano che l'iniziato deve saper realizzare la materializzazione dello Spirito e la spiritualizzazione della Materia.


Il Papa (arcano V)

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Il Papa corrisponde al numero 5, che rappresenta il collegamento e la mediazione tra il piano umano e quello divino. Questo ruolo di ponte è indicato dallo stesso nome latino del Papa, “pontifex”. Il pontefice è l'uomo che incarna la divinità in terra: può avere accesso a questo potere, però, solo colui che ha ottenuto il pieno ricordo di sé. Dall'essere un iniziato, l'uomo passa ora ad essere un iniziatore, un maestro. Ai suoi piedi ci sono due discepoli che cercano di afferrare il suo messaggio: senza di essi, infatti, il Papa non avrebbe senso di esistere, e qualunque seme divino verrebbe gettato al vento, senza poter germogliare né dare alcun frutto. Il Papa è ancora immerso nella materia, ma ha già cristallizzato il suo vero Sè, distinguendolo dai falsi “io” frammentati. La sua salda volontà è indicata dalla mano rivestita di un guanto azzurro, colore che, nella tradizione cristiana, simboleggia una solida azione spirituale.


L'Innamorato (arcano VI)

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La carta dell'Innamorato ritrae un giovane chiaramente indeciso sulla direzione da prendere. La sua perplessità è suggerita anche dall'alternanza dei colori rosso e verde della veste che indossa, e che indicano rispettivamente coraggio e inazione. Il giovane si trova tra due donne, di cui quella a sinistra è coronata con foglie d'alloro, mentre quella a destra ha i capelli ornati di fiori. Il protagonista della carta si trova dunque a scegliere tra la saggezza e la virtù da una parte (l'alloro) e gli effimeri piaceri della vita dall'altra (i fiori). Benchè egli possa scegliere ciò che preferisce (o meglio, ciò a cui lo conduce il suo inconscio), questo arcano suggerisce all'iniziato l'opportunità di aspirare a un amore più elevato, che non sia offuscato dagli obliqui desideri dell'ego. Questa “opportunità” a un certo punto si trasforma in “necessità”: il ricercatore che percorre la Via del Risveglio, infatti, deve imparare a padroneggiare la propria volontà, svincolandosi sempre più dai transitori e futili piaceri della vita. Al fine di ricordare all'iniziato l'importanza di rafforzare la propria volontà, sulla carta appare un puttino alato immerso in un Sole, ed è proprio quest'ultimo (cioè il Sole) il vero Innamorato a cui si riferisce l'arcano: il luminoso Astro infatti rappresenta Dio, eternamente Innamorato della Sua creazione.      


Il Carro (arcano VII)

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Dopo i tentennamenti dell'Innamorato entra in scena il Carro, emblema dell'uomo che ha raggiunto la fermezza della propria volontà e che, pertanto, può accedere ad un superiore livello di coscienza. L'auriga del Carro ha conseguito una certa padronanza della propria natura inferiore (simboleggiata dai due puledri), ma tale padronanza diverrà completa solo con l'azione della Forza (arcano XI). In questa fase, invece, all'iniziato viene chiesto di sviluppare un supplemento di attenzione: i due cavalli (un maschio e una femmina) sembrano volersi dirigere in direzioni opposte, ed è quindi necessario vigilare sulle tendenze divisive che essi rappresentano. L'azione del Carro, dunque, è effettivamente dettata da una volontà granitica, ma non è ancora guidata da una completa consapevolezza di sè. La visione non del tutto chiara incarnata da questo personaggio è simboleggiata dal fatto che le stelle sul suo capo non sono reali ma illusorie, in quanto raffigurate su un drappo.      


La Giustizia (arcano VIII)

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Con la Giustizia si apre il secondo settenario degli Arcani Maggiori. Questo arcano interviene a limitare e a disciplinare l'espansione del Carro (arcano VII). Il numero 8 evoca la perfezione: si potrebbe quindi ritenere che compito primario della Giustizia sia quello di rendere il mondo “perfetto”. In realtà, l'asimmetria manifestata da vari dettagli raffigurati sulla carta, ci ricorda che non esiste alcuna perfezione oggettiva: ci si trova spesso in balia di giudizi soggettivi derivanti da egoismi e personalismi, che incombono sugli individui come la lama tagliente della spada impugnata dalla Giustizia. La bilancia, però, ci ricorda che esiste anche una giustizia oggettiva, capace di elevarsi al di sopra delle parti. La vera Giustizia consiste, dunque, nel ricercare incessantemente un equilibrio, un centro di gravità, che sia in grado di travalicare e ricomporre ogni umana imperfezione.


L'Eremita (arcano IX)

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L'Eremita è rappresentato come un vecchio che sa da dove proviene e che con la sua lanterna fa luce sul passato, dal quale si allontana idealmente, camminando a ritroso. Egli si è fatto maestro, dopo aver preso contatto con la sua vera Essenza e dopo aver cristallizzato la propria volontà, svincolandosi definitivamente dalle illusioni e dalla falsa immaginazione dell'ego. Ora egli può finalmente ricapitolare tutto il suo passato, sollevando su di esso la luce del discernimento e della comprensione profonda. L'Eremita inoltre si appoggia a un bastone, che è una versione “senile” della bacchetta del Mago: quest'ultimo si è trasformato in un vecchio saggio grazie al lavoro svolto su di sé, ma ha ancora bisogno di un sostegno esterno al quale appoggiarsi mentre percorre l'accidentata Via del Risveglio.

(segue...)