Le coppie che fanno XXI: La Ruota di Fortuna (X) + La Forza (XI)

...ovvero l'apporto di nuova energia

Questa coppia di Arcani rappresenta il cuore dei Tarocchi: un ciclo di esperienze termina e un altro si apre, ad un livello più profondo; mentre La Ruota costituisce il culmine della vita dell'ego, La Forza inaugura infatti il ciclo di esperienze dell'Anima. La Ruota è l'espressione di un blocco - fisico, mentale o emozionale - che colpisce la personalità: la stasi che ne deriva può essere superata grazie all'intervento de La Forza, la cui opera consiste nell'apportare nuove energie creative o sessuali. La Forza rappresenta quindi qualsiasi soluzione creativa, realmente innovativa, che viene generata da un blocco e contemporaneamente lo annulla. Senza l'esperienza paralizzante de La Ruota di Fortuna, si potrebbe esitare ad entrare in contatto con le energie del profondo simboleggiate da La Forza: il X è dunque un trampolino di lancio che ci spinge ad affrontare una nuova esperienza, rappresentata dall'XI (ovvero dal 10+1). Il messaggio insito in questa coppia di Arcani consiste nel fatto che ogni fine, per quanto dolorosa, contiene in sè un nuovo, vivificante inizio.

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Il significato profondo di questa coppia di Arcani è illustrato in maniera esemplare dalla storia di Beatrice Vio, una ragazza che, non ancora adolescente, ha dovuto affrontare un'esperienza terribile dalla quale, tuttavia, è emersa più forte che mai. Beatrice, detta Bebe, è una schermitrice italiana, campionessa paralimpica in carica di fioretto individuale. Nata a Venezia nel 1997, all'età di 11 anni fu colpita da una meningite fulminante che causò un'estesa infezione e la necrosi di tutti e quattro gli arti, di cui si rese necessaria l'amputazione. Dimessa dopo tre mesi e mezzo di degenza ospedaliera, tornò subito a scuola. In seguito si sottopose a riabilitazione motoria e fisioterapia e, circa un anno dopo l'insorgere della malattia, potè riprendere la scherma - attività sportiva che aveva iniziato a praticare all'età di cinque anni - grazie ad una protesi progettata per sostenere il fioretto. Da allora è divenuta testimonial in molti programmi televisivi per diffondere la conoscenza della scherma su sedia a rotelle e dello sport paralimpico in generale; in un paio di occasioni ha anche gareggiato a scopo pubblicitario insieme alla campionessa Valentina Vezzali, sua ispiratrice.

Bebe disputò la sua prima gara ufficiale a Bologna nel maggio 2010; già nel 2011 fu campionessa italiana Under 20 e nei due anni successivi fu campionessa italiana assoluta. Ottenne poi vari successi internazionali, fino a laurearsi campionessa mondiale paralimpica di fioretto individuale nel 2015. L'anno successivo, all'età di 19 anni, Bebe ha vinto la medaglia d'oro nella prova individuale ai XV Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro. La sua straordinaria storia le ha permesso, nell'ottobre 2016, di far parte della delegazione italiana invitata all'ultima cena di Stato offerta dall'amministrazione Obama alla Casa Bianca.

Capita a chiunque, nella vita, di dover affrontare dei momenti difficili, nei quali occorre fare ricorso alle proprie risorse più preziose per riuscire a rimettersi in carreggiata. Quella di Beatrice, però, è davvero una storia paradigmatica: perdere tutti gli arti, infatti, può essere - specie per un adolescente - un trauma ben difficile da superare, non tanto dal punto di vista fisico, quanto piuttosto da quello mentale ed emotivo; le straordinarie risorse interiori di Bebe, però, le hanno permesso di superare brillantemente questa difficile prova, e di rinascere alla vita presentandosi al mondo come un magnifico esempio di determinazione, passione, coraggio e gioia. La storia di Beatrice insegna quanto sia importante coltivare delle passioni, come quella sportiva nel suo caso: l'energia che spendiamo nel fare le cose che amiamo, infatti, può realmente venirci in soccorso nei momenti bui, aiutandoci a riacquistare vigore a tutti i livelli e, dunque, a riscoprire l'amore per la vita.