Il Diavolo (Arcano XV)

“Il Diavolo non è così brutto come lo dipingono”, afferma la saggezza popolare. I Tarocchi di Marsiglia, in effetti, sembrano voler dare credito a questo detto, dal momento che rappresentano il Diavolo come un demone burlone dagli occhi strabici... Lo strabismo di questo Essere non gli impedisce, però, di cogliere tutto ciò che deve essere conosciuto, come indicano gli occhi che punteggiano il suo corpo azzurro come il cielo: il Diavolo, per quanto caduto, è pur sempre un Angelo, e come tale sa essere amorevole e saggio, anche se a modo suo!

La positività di questo buffo Arcano è ben evidenziata da Oswald Wirth (1860-1943) nella sua grande opera sui Tarocchi:

«L'adepto serio non ignora che il Diavolo è il grande agente magico, grazie al quale si compiono i miracoli, se non sono miracoli d'ordine puramente spirituale: poiché il Diavolo non può intervenire in questo campo, dato che lo spirito puro agisce direttamente sullo spirito. Ma quando è in causa il corpo, non è possibile fare nulla senza il Diavolo. E' a lui che dobbiamo la nostra esistenza materiale, poiché se il desiderio d'essere e l'istinto di conservazione, che provengono da lui, non ci avessero dominati fin dalla nascita, noi non avremmo potuto aggrapparci alla vita con l'egoismo esclusivo caratteristico della prima infanzia. Il Diavolo ci possiede completamente, quando veniamo al mondo: è doveroso ammetterlo. Ma questo possesso non è definitivo, poiché noi siamo destinati a liberarci progressivamente dalla tirannia dei nostri istinti innati. Benchè siamo legati al nostro organismo animale, è impossibile fare astrazione dallo spirito che regge il nostro corpo. Come il cavaliere cura il suo cavallo, noi dobbiamo tenere conto della bestia che, sotto di noi, rivendica i suoi diritti. Il Diavolo non è nero come lo si dipinge: è il nostro compagno ineluttabile nella via di questo basso mondo. Dobbiamo quindi saperlo trattare con equanimità, non come nemico sistematico e inconciliabile, ma come inferiore i cui servizi sono preziosi. […]

Moderiamoci in tutte le cose; ci opporremo così alle discordanze che sono le sole cose veramente diaboliche. Freniamo il nostro orgoglio, perchè si trasformi in dignità, in quella nobile fierezza che ispira orrore per ogni avvilimento. Domiamo la nostra ira, per trasmutarla in coraggio e in energia attiva. Non abbandoniamoci alla pigrizia, ma concediamoci il riposo necessario alla restaurazione delle energie spese. […] Evitiamo la ghiottoneria: è degradante vivere soltanto per mangiare, ma per vivere in buona salute dobbiamo scegliere con cura i nostri alimenti ed apprezzarne il gusto. Respingiamo il demone odioso dell'invidia, che ci fa soffrire del bene altrui, ma opponiamoci, nell'interesse generale, agli accaparramenti illeciti ed agli abusi dei potenti. Non cadiamo nell'avarizia, ma siamo previdenti e pratichiamo l'economia senza disdegnare l'onesto amore per il guadagno, efficace stimolo al lavoro. In quanto alla lussuria, attraverso la quale si esercita più poderosamente la dominazione del Diavolo, dobbiamo opporle il rispetto religioso per l'augusto mistero dell'accoppiamento dei sessi: smettiamo di profanare ciò che è sacro».