Arcano XIV: Temperanza... o la storia di Robin Williams

L'Arcano XIV, denominato “Temperanza”, viene considerato molto positivo, specie in virtù del fatto che raffigura un Angelo. Questa interpretazione, tuttavia, non tiene conto del fatto che la protagonista della carta: 1) indossa degli abiti che fanno di lei una creatura sostanzialmente terrestre; 2) è impegnata in una delicata operazione alchemica che richiede tutta la sua attenzione; 3) si trova tra due demoni, ovvero tra l'Innominato (Arcano XIII) e il Diavolo (Arcano XV). Temperanza rappresenta, cioè, la necessità di portare avanti con costanza un lavoro molto complicato, che potrebbe sfuggire di mano da un momento all'altro, anche a causa di una sola, piccola disattenzione.

Il contrasto tra l'apparenza e la realtà di questo Arcano mi fa venire in mente la storia dell'attore Robin Williams, protagonista di serie tv e film indimenticabili, nei quali riusciva a coniugare in maniera impareggiabile il guizzo comico con il talento drammatico.

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Questa grandiosa ma contraddittoria abilità, tuttavia, non si è limitata ad accompagnare l'attore, ma ha pervaso, in maniera commovente e tragica, l'intera esistenza dell'uomo Robin Williams: tutti coloro che l'hanno conosciuto e frequentato ricordano l'impossibilità di portare a termine, con lui, qualunque discorso minimamente serio; dietro quella maschera eternamente allegra, però, si nascondeva il volto di un uomo sì profondo, ma anche introverso, malinconico, intimamente devastato da profonde paure e insicurezze. Su questo difficile quadro psicologico si è abbattuta, negli ultimi anni di vita dell'attore, la scure implacabile della malattia.

La truccatrice Cheri Mins racconta come, sul set di “Una notte al museo 3”, Williams fosse in condizioni di profonda disperazione perché non riusciva a rammentare le battute del copione: «Ogni fine giornata, singhiozzava tra le mie braccia. È stato orribile». Il morbo di Parkinson, da cui l'attore era affetto, stava evidentemente progredendo in maniera rapida ed inesorabile.

Anche Susan Schneider, terza moglie di Robin Williams, ha parlato di un suo progressivo declino sia fisico che psichico, affermando che l'attore, spesso confuso ma drammaticamente cosciente del proprio stato, non riusciva più a trovare le parole mentre conversava, e manifestava problemi motori e visivi sempre più gravi.  

Questo succedersi di amnesie e di improvvisi blocchi motori poteva far presagire una morte prematura, che in effetti si verificò l'11 agosto 2014, quando Rebecca Erwin, assistente personale dell'attore, ne trovò il corpo inanimato. In un secondo momento si seppe, però, che Robin Williams si era suicidato. In seguito all'autopsia si scoprì che l'attore soffriva anche di demenza da corpi di Lewy, una forma invalidante di degrado della corteccia cerebrale che presenta gravi sintomi a livello sia fisico che psichico: non si può escludere, quindi, che il suicidio sia stato causato dalle allucinazioni visive e dalle paranoie che questa terribile malattia comporta.

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Alla mente si affaccia allora, inevitabilmente, un parallelismo tra la dolorosa realtà di questo decesso e la finzione descritta dal film “Al di là dei sogni”, in cui Chris (Robin Williams), morto in un incidente stradale, viene a trovarsi in uno spettacolare Paradiso del tutto simile ai dipinti realizzati dalla moglie Annie. Quest'ultima però, provata non solo dalla morte del marito ma anche da quella dei due figli, cade in una terribile depressione che la spinge al suicidio e che proietta la sua anima all'Inferno. Dopo aver appreso della morte della moglie, Chris farà l'impossibile pur di raggiungerla e trascinarla via dal luogo mostruoso che lei stessa si è creata intorno: una casa identica a quella in cui vivevano sulla Terra, ma in rovina e piena di orribili ragni neri. Annie non riconosce il marito, il quale le racconta allora la propria storia, e quella della moglie che si è uccisa dopo aver perso tutta la sua famiglia. Non sarà facile, ma Chris riuscirà a fare in modo che Annie ritrovi dentro di sé tutti i bei ricordi che aveva perduto. Grazie a questo miracolo, i due si ritroveranno insieme in Paradiso, dove saranno raggiunti dai due figli; decideranno allora di reincarnarsi per potersi incontrare un'altra volta sulla Terra e provare a dipingere un altro finale, magari facendo scelte diverse e, se possibile, cercando di evitare oggetti taglienti e gesti autolesionistici!

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