Breve viaggio nella storia dei Trionfi – Introduzione e il Matto

Le vere origini dei Tarocchi sono ancora oggetto di dibattito, tuttavia è storicamente accertato che gli arcani minori abbiano radici nel mondo arabo, mentre è molto probabile che gli arcani maggiori (inizialmente chiamati Trionfi) siano stati ideati in Italia in epoca medievale. A un certo punto nacque l'idea di unire gli arcani maggiori e minori, e i primi mazzi così composti erano delle preziose opere d'arte commissionate da alcune famiglie nobiliari, in particolare i Visconti di Milano e gli Estensi di Ferrara. Perciò è corretto affermare che, per come oggi li conosciamo, i Tarocchi siano nati in Italia tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo. In origine erano immagini dipinte a mano dal valore filosofico-educativo, ma col tempo si trasformarono in semplici carte da gioco, ordinate in precise sequenze numeriche e prodotte in serie grazie all'introduzione delle prime tecniche di stampa. Gradualmente, i Tarocchi si diffusero in vari Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Svizzera, evolvendo e differenziandosi sia nell'iconografia che nei significati attribuiti ai singoli arcani.

Soltanto verso la fine del 1700, grazie soprattutto all'opera del pastore protestante Court de Gebelin e poi di alcuni occultisti francesi tra cui Etteilla ed Eliphas Lévi, i Tarocchi vennero caricati di significati esoterici, trasformandosi in uno strumento divinatorio, utilizzato cioè per prevedere il futuro.

Un secolo più tardi, l'interesse per i Tarocchi esoterici divenne preminente anche in Inghilterra: qui, l'eredità di Eliphas Lévi fu raccolta dall'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata (“Golden Dawn”), che nel 1888 circa diede vita a un proprio mazzo di Tarocchi. Molto più impattante a livello storico fu però il contributo di sir Edward Waite, che nel 1910 pubblicò il libretto “Key to the Tarot”, cui allegò un mazzo di carte in stile esoterico: per la prima volta gli arcani minori raffiguravano dei personaggi e delle scene precise, mentre gli arcani maggiori erano caratterizzati da immagini innovative. L'opera di Waite, illustrata da Pamela Colman Smith, ebbe notevole influenza sulla progettazione di molti mazzi di Tarocchi novecenteschi.

Nel corso dei secoli, dunque, le lame dei Tarocchi subirono notevoli trasformazioni iconografiche, riflettendo i valori prevalenti nelle varie epoche e nei diversi paesi europei in cui si erano diffusi.

Quella che state leggendo è l'introduzione a una serie di articoli in cui presenterò una breve storia per immagini di ciascuno dei 22 Trionfi. Come necessaria premessa ricordo che, per tutto il XV secolo, le immagini dei Tarocchi furono dipinte a mano, mentre solo a partire dal 1500 iniziarono a diffondersi i primi mazzi stampati.

Naturalmente, il nostro viaggio tra i Tarocchi storici non può che iniziare con...


IL MATTO

Immagini dipinte a mano (dal 1450 al 1500 circa)
Il Matto dei Tarocchi Visconti-Sforza ha l'aspetto di un trasandato idiota. E' vestito di stracci, e dalla calzamaglia bucata gli escono i piedi scalzi. Il volto mal rasato ha un'aria assente. Ha sette piume tra i capelli, e su una spalla porta un lungo randello.

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Nelle carte Gringonneur il Matto assomiglia più a un ridente pagliaccio. Porta un cappello a punta con orecchie d'asino ed è vestito da giullare, pur avendo le gambe nude. Gioca con una fila di palline o di campanelli. Ai suoi piedi, quattro ragazzi raccolgono delle pietre per tirargliele.

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Pur essendo simile alle figure precedenti, il Matto dei Tarocchi d'Este è praticamente nudo, ad eccezione di un copricapo che somiglia al tipico tricorno da buffone di corte: presenta infatti una punta centrale adornata di campanelli e ampie falde simili a orecchie cadenti. Il Matto impugna inoltre un bastone cui sono attaccati dei ninnoli sferici.

Prima tradizione di carte stampate (dal 1500 al 1700 circa)
In un mazzo parigino anonimo del XVII secolo, il Matto è vestito da buffone di corte e porta un bastone sulla cui sommità appare una finta testa di giullare.

Nei Tarocchi di Marsiglia, il Matto sembra nudo dalla cintola in giù, ha dei campanellini appesi al colletto e indossa un curioso copricapo. Su una spalla porta una specie di cucchiaio che regge un fagotto. Si aiuta nella marcia con un bastone da passeggio ed è tallonato da un animale simile a un gatto o a un cagnolino.

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Prime versioni esoteriche (mazzi del 1888-1910)
Nel suo mazzo di Tarocchi del 1889, Oswald Wirth raffigura il Matto in modo molto simile a quanto avviene nella carta marsigliese. Sullo sfondo compaiono un pilastro spezzato e un coccodrillo.

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Mentre il volto del personaggio di Wirth appare rozzo e persino un po' stupido, Edward Waite, nel suo mazzo del 1910, ne sottolinea l'innocenza tipica della giovinezza e mostra il Matto mentre sta per cadere da un precipizio in montagna. Il giovane porta una borsa su cui è raffigurato un occhio e tiene in mano una rosa bianca. Accanto a lui, un cagnolino bianco salta di gioia.

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L'Ordine della Golden Dawn sottolinea ancora di più l'innocenza del personaggio, dipingendo il Matto come un bambino nudo che tende la mano per cogliere una rosa dorata da un albero, e che porta al guinzaglio un lupo nero (o un cane lupo).

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L'immaginario simbolico della carta
Poichè il numero che lo contrassegna è lo zero, il Matto ha un ruolo speciale nel gioco dei Tarocchi, di cui sovverte tutte le regole: il giocatore che lo pesca lo mostra soltanto al momento opportuno e questo lo esonera dal dover cedere una carta che preferisce giocare più tardi. Si può quindi pensare che il Matto sia l'antenato del Jolly, ma in realtà sembra che tra le due figure non vi sia alcuna discendenza diretta: il Jolly, infatti, è stato introdotto nelle carte da gioco in America soltanto nel XIX secolo.

Nell'ambito esoterico, a dispetto della sua figura scanzonata, il Matto esprime sempre la necessità spirituale di reinventarsi o di riscoprirsi, assumendo quindi un'assoluta rilevanza tra i 22 arcani maggiori. La tradizione esoterica moderna non manca di sottolineare lo speciale ruolo di questo essere. Lo scrittore e mistico Manly Palmer Hall (1901-1990), suggerisce l'idea che il Matto contenga in sé tutti gli altri Trionfi. In una illustrazione a tutta pagina contenuta nel suo «Secret Teachings of All Ages», tale concetto è raffigurato in modo suggestivo, con un'immagine degli arcani maggiori che, formando una piramide, si sovrappongono al corpo del Matto stesso.

Nel suo romanzo «The Greater Trumps» (Gli Arcani Maggiori), Charles Williams (1886-1945) sottolinea questo ruolo del Matto immaginando una stanza segreta in cui sarebbero custoditi i modelli originali delle immagini. Qui, sopra a un tavolo su cui sono diposti i simboli degli arcani minori, i 22 Trionfi si muovono in un'eterna Danza, avvolti in una nebbia dorata e producendo un lieve brusio. Si tratta di un'immagine molto evocativa, che invita a disporre le carte fisicamente su un tavolo e a meditare su di esse. Nella descrizione di Williams, il Matto si trova proprio al centro, come punto focale e Signore della Danza dei Trionfi.

Alcuni tra i mazzi più antichi aggiungono però una connotazione brutale alla raffigurazione del Matto, affine al racconto biblico dei passanti che scherniscono Gesù crocifisso. Questo aspetto emerge nelle carte in cui sono raffigurati dei bambini che raccolgono dei sassi da tirare al mendicante. Benchè possa lasciarci sgomenti, la persecuzione dell'estraneo o dell'afflitto riflette un atteggiamento molto diffuso tra gli esseri umani, un tratto che si estende persino al regno animale. Questa crudele aggressività, apparentemente inspiegabile, in realtà tende a negare e a distorcere le profonde e paradossali verità insite nella saggezza dell'innocente.

La carta esoterica di Edward Waite esprime il tema dell'innocenza come qualità dello spirito umano vergine che viene al mondo. L'arcano della Golden Dawn mostra in modo ancora più accentuato la caratteristica del bambino prodigio che può domare e controllare le feroci forze elementali (rappresentate dal lupo nero) e cogliere il fiore dorato dell'Albero del Paradiso.

(segue...)


NOTA BENE: Le informazioni contenute nell'articolo sono tratte dal libro «Tarocchi e Magia» di Gareth Knight. Le immagini dei Tarocchi sono tratte dal web.