Breve viaggio nella storia dei Trionfi – La Giustizia




LA GIUSTIZIA

Immagini dipinte a mano (dal 1450 al 1500 circa)
La Giustizia Visconti-Sforza mostra una figura femminile seduta, che regge una bilancia nella mano sinistra e una spada alzata nella destra. Sopra la sua testa, un cavaliere in armatura completa ma senza elmo e con la spada sguainata, cavalca un cavallo bianco riccamente bardato, lanciato al galoppo.

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La figura della carta Gringonneur non ha più il cavaliere sullo sfondo. Attorno alla testa della Giustizia compare però una sorta di aureola spigolosa che si ritrova identica in altre carte dello stesso mazzo, ovvero la Temperanza, la Forza e il Mondo.

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Prima tradizione di carte stampate (dal 1500 al 1700 circa)
L'aureola compare anche nel foglio Rosenwald, che raffigura un'immagine molto simile a quella della carta Gringonneur.

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Nella carta parigina anonima del XVII secolo, la figura della Giustizia sta in piedi, non ha l'aureola ed è bendata. La sua testa è bifronte, con un volto femminile e uno maschile.

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La carta marsigliese mostra una figura chiaramente seduta su un trono, con un copricapo simile a una corona, una spada nella mano destra e una bilancia nella sinistra.

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Prime versioni esoteriche (mazzi del 1888-1910)
La Giustizia di Wirth segue i tratti convenzionali della carta marsigliese.

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Edward Waite riprende la simbologia vista in precedenza; tuttavia, al posto dello schienale del trono, raffigura un drappo rosso teso tra due pilastri.

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La Giustizia della Golden Dawn presenta invece dei simboli egizi: seduta su un trono con decorazioni a forma di loto e affiancata da due colonne che mostrano alla base lo stesso fiore, la protagonista indossa inoltre un “nemes”, il tipico copricapo dei sovrani egizi. I piedi nudi della Giustizia poggiano su un lupo grigio. Il pavimento a scacchi ricalca quello adottato dalla massoneria.

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L'immaginario simbolico della carta
Il disegno rinascimentale di questa carta mostra la figura convenzionale della Giustizia, benchè l'inserimento del cavaliere, emblema di origine medievale, aggiunga una simbologia ulteriore, poi scomparsa nei Tarocchi più recenti. Quest'ultimo personaggio richiama sia la tradizione del cavaliere errante che difende la legge, sia l'antica usanza della “prova di giustizia”, che consisteva in una battaglia tra campioni. Questo particolare metodo di giudizio appare incomprensibile ai nostri occhi, ma faceva parte di una visione fideistica del mondo, secondo la quale Dio poteva e voleva intervenire a favore dell'uomo più integro, portandolo a prevalere sull'avversario.

La composta austerità della figura della Giustizia ci ricorda che il potere che essa incarna è giusto e ha valore finchè la vita umana è soggetta alla legge naturale. Per tale motivo, in questo arcano si deve vedere all'opera l'equilibrio della natura e, in termini millenaristi, il destino ultimo del mondo e di coloro che ci vivono.

La peculiare caratterizzazione dell'arcano della Golden Dawn deriva dal grande rilievo che aveva, per gli antichi egizi, il giudizio cui venivano sottoposti i defunti nell'aldilà. Questa credenza ha impressionato i moderni studiosi di occultismo: equità ed equilibrio, infatti, sono principi universali che operano in ogni tempo e luogo e in ogni ambito dell'esistenza, comprese ovviamente la teoria e la pratica della magia.

(segue...)


NOTA BENE: Le informazioni contenute nell'articolo sono tratte dal libro «Tarocchi e Magia» di Gareth Knight. Le immagini dei Tarocchi sono tratte dal web.