Arcano IX: L'Eremita... o il sogno di padre Sergio

L'Arcano IX dei Tarocchi è l'emblema dell'individuo che, giunto quasi al termine di un lungo ciclo di esperienze, sceglie di ritirarsi dal mondo per poter ascoltare meglio, nel silenzio e nel ritiro, la voce del Sè che emerge dalla sua più profonda interiorità. Se volete incontrare l'Eremita, non avete scelta: dovete mettervi pazientemente in cammino e andare a bussare alla sua porta, sperando che egli scelga di farvi entrare... O forse non è più così, ai giorni nostri: forse, gli eremiti contemporanei non disdegnano le meraviglie della comunicazione via internet, grazie alla quale possono sentirsi un po' meno isolati da quel mondo che, pure, hanno deciso di abbandonare.


Probabilmente non utilizzava internet, ma di certo si serviva del computer padre Sergio, della cui storia sono venuta a conoscenza grazie all'intervista che, nel 2011, quest'uomo straordinario ha voluto concedere alla rivista GEO. Monaco benedettino, padre Sergio De Piccoli è vissuto per 36 anni da eremita nell'Alto Piemonte. Giunto a Marmora in Valle Maira nel 1978 per applicare la regola dell’«ora et labora», vi fondò un monastero e realizzò nella canonica un'eccezionale biblioteca che, con i suoi 1.548 metri di altitudine, risultava essere la più alta d'Europa. E non si trattava certo di una biblioteca improvvisata, dal momento che è arrivata a contenere circa 70.000 libri, tutti catalogati, perfettamente sistemati e messi a disposizione del Comune.

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Come era purtroppo prevedibile, la morte di padre Sergio, avvenuta nel 2014, diede il via a un amaro strascico burocratico che aveva per oggetto la “legittima” proprietà di quel grandioso patrimonio librario. Solo nel 2018 la situazione sembra essersi finalmente sbloccata, anche grazie allo straordinario successo del film “La terra buona”, firmato dal regista albese Emanuele Caruso, in cui si racconta la storia del monaco benedettino che si innamorò della Valle Maira. «Io questa storia me la prendo a cuore» aveva promesso Antonella Parigi, assessora alla Cultura della Regione Piemonte, in occasione della prima del film, proiettata a Torino. Questo episodio è stato raccontato dallo stesso regista, felice del fatto che un film in cui nessuno credeva, non soltanto abbia avuto un successo insperato, ma soprattutto abbia suscitato una grandissima attenzione intorno alla biblioteca di Marmora.


Finalmente, dopo anni di diatribe legali sulla proprietà di quei libri, è stato fatto un passo importante: la Diocesi di Saluzzo, proprietaria della canonica, ha infatti deciso di donarla alla Regione Piemonte, affinchè ne possa disporre per realizzarvi un bellissimo progetto, ovvero una casa-museo che ricordi la figura di padre Sergio proprio in quel magico luogo, ad oltre 1.500 metri di quota. La Regione, dal canto suo, ha comunicato che «ora dovranno essere espletate tutte le formalità. Dobbiamo accettare la donazione e poi, da lì, partirà tutta la progettazione. I tempi non saranno brevi». La strada che conduce a questa realizzazione, insomma, si presenta lunga e impervia, similmente a come appare, del resto, la Via che ogni autentico Eremita ha di fronte a sè.

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Gettando uno sguardo a ritroso, padre Sergio scrisse, a proposito della sua vita:

«Mi hanno tradito, ingannato, derubato, insultato, colpito, sfruttato, tribolato in ogni modo, eppure non sono capace di chiudere loro la porta, quando arrivano o quando tornano. Continuo ad accoglierli col sorriso sulle labbra. Ma se sbaglio, Signore, la colpa è tua e del tuo Vangelo. Sei stato tu ad insegnarmi che del medico hanno bisogno i malati e non i sani. Hai fatto anche di peggio: mi hai dato il cattivo esempio, perchè anche tu ti mettevi a tavola con i peccatori e hai perdonato chi ti inchiodava sulla croce. Se seguirti e imitarti è una colpa, ebbene allora sono pienamente colpevole».


E aggiunse:

«Inizio a sentirmi vecchio e stanco. Si avvicina il giorno della mia morte, Signore, e vorrei farti questa preghiera: fa’ che a portare la mia bara siano quattro di questi giovani che ho aiutato ad uscire dalla notte del vizio e della disperazione. Sarà per me segno di salvezza, se in tutta la mia esistenza sarò riuscito a portarne quattro fino alla risurrezione».


L'8 settembre 2014, nella parrocchiale di San Massimo in borgata Chiesa di Marmora, si sono svolte le esequie di padre Sergio. I giovani che egli ricordava con affetto c'erano, quel giorno, a portare la bara dalla chiesa al cimitero di San Massimo. E non erano quattro, ma molti di più...

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