Arcano V: Il Papa... o il monaco Giovanni Cassiano

Avrei voluto dedicare l'Arcano V a Papa Francesco, ma poi mi è sembrato più opportuno (e soprattutto più coerente con i contenuti di questo blog) intitolarlo ad una figura che probabilmente ebbe un ruolo importantissimo nella diffusione dei Tarocchi in Italia e in Francia, ovvero il monaco Giovanni Cassiano. E' l'autore Carlo Bozzelli a sostenere questa tesi nel libro “Il Codice dei Tarocchi”. Da questo testo ho integralmente tratto le informazioni che riporto qui di seguito: si tratta di una storia molto affascinante, anche se credo che non esistano prove inoppugnabili in grado di collegare Giovanni Cassiano con la diffusione dei Tarocchi in Europa. Lascio ai lettori ogni giudizio in merito. O forse, anzichè di “giudizio”, sarebbe meglio parlare di un vero e proprio “atto di fede”, quello che (giustamente) viene chiesto di fare di fronte ad una figura eminente come quella... del Papa!

In generale, poiché è possibile stabilire una relazione anche con gli albori del cristianesimo, l'antico Egitto può essere considerato il crocevia fondamentale per lo sviluppo della cultura, della saggezza e della religione del moderno mondo occidentale. Alessandria, capitale egizia fondata nel III sec. a.C., fino all'epoca del suo declino, avvenuto nel III sec. d.C., fu il centro culturale di gran lunga più importante dell'impero romano. In un terreno tanto fertile e fecondo si sviluppò altresì l'incontro tra gli orientamenti delle differenti correnti filosofiche e religiose del periodo tardo antico. Alessandria, quindi, si trasformò anche nella culla di quella che è oggi definita “metafisica della teologia cristiana”. Infatti proprio qui, dove confluirono le elaborate tradizioni dell'Oriente, dell'Egitto e della Grecia, sorse, tra le altre scuole, anche il “Didaskaleion”, uno dei centri teologici più importanti del cristianesimo delle origini. La fondazione di questa scuola risalirebbe anche ad Origene Adamanzio (185-254), uno dei più significativi pensatori cristiani di tutti i tempi.
Nel cristianesimo primitivo, figure come quella di Origene, tradizionalmente annoverate tra i Padri della Chiesa, hanno fatto da ponte tra gli antichi culti misterici egizi, la corrente gnostica e la nascente impalcatura della teologia cristiana. Il cristianesimo dei primordi, dunque, fu una religione debitrice a tradizioni e ad influenze nettamente più antiche e gli eremiti presenti a quell'epoca nei deserti d'Egitto possono essere considerati l'esplicita testimonianza di questa continuità. Intorno al IV secolo d.C., questa forma di “monachesimo orientale” venne in qualche modo regolamentata da Evagrio Pontico tramite la stesura di un trattato noto come “Praktikos”. Successivamente ritiratosi a vita contemplativa in uno dei tanti eremi del deserto egiziano, costui fu il maestro di una figura essenziale nella storia dei Tarocchi, il monaco Giovanni Cassiano:

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Vista l'immensa ricchezza spirituale, religiosa ed esoterica dell'Egitto di quei secoli, non potrà meravigliare che chi all'epoca desiderasse entrare in contatto con una conoscenza superiore, non di rado decidesse di recarsi in questo paese ed in questo contesto specifico. E' quanto fece anche Giovanni Cassiano: discepolo di Evagrio, egli trascorse molti dei suoi anni nelle desertiche regioni della Tebaide a contatto con questi Santi Padri che tanto lustro hanno dato alla tradizione cristiana dei primordi.
Cassiano nacque forse verso il 365 d.C. in Scizia, nell'Asia Minore. Cresciuto in una famiglia religiosa e agiata, seguì gli studi classici per abbracciare in seguito la vita monastica. Partì con l'amico Germano per la Palestina; qui, accolto in una cella di Betlemme, entrò in contatto con i cenobiti di quella regione, della Siria e forse della Mesopotamia. Tuttavia, egli stesso scrisse: “Dopo aver ricevuto i primi rudimenti della fede e averne tratto qualche profitto, sentimmo vivo il desiderio di una perfezione più alta e risolvemmo di raggiungere l'Egitto”. Attirato dalle aree dell'entroterra, si mosse alla ricerca degli anacoreti che abitavano nei deserti e trascorse qui dieci o, più verosimilmente, venti anni della sua vita: entrò così in contatto con un insegnamento di cui, come egli stesso dichiarò, non aveva mai sentito parlare prima. Rientrato nella capitale dell’Impero Romano d’Oriente, dove divenne diacono, fu poi costretto, a causa di conflitti che contrapponevano il patriarca di Costantinopoli a quello di Alessandria, a trasferirsi a Roma: qui fu consacrato prete e, verso il 415, ricevette dal papa l’incarico di recarsi a Marsiglia per fondare il monastero oggi noto come Abbazia di San Vittore. Così, grazie alla mediazione di Cassiano, la religiosità e la conoscenza delle antiche tradizioni orientali si trasmisero anche in Occidente e nello specifico in Provenza.

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Ma c'è di più: secondo Carlo Bozzelli, Cassiano svolse un ruolo di primo piano nelle vicende dei Tarocchi, custodendone e tramandandone l'autentico Insegnamento. L'autore asserisce, infatti, che la veste grafica degli Arcani fu rielaborata da un gruppo di iniziati gnostici dei primi secoli. In questa versione, i Tarocchi potrebbero essere considerati la testimonianza, sotto forma di Libro per immagini, di una Conoscenza e di una Fede provenienti da una più Antica Saggezza. Costituirebbero, dunque, un anello di congiunzione tra il sapere egizio e quello cristiano, un “continuum” spirituale e sapienziale tra Oriente ed Occidente.
Secondo l'interpretazione di Bozzelli, la storia dell'Abbazia di San Vittore è profondamente legata alle vicissitudini dei Tarocchi: in questo luogo, infatti, grazie a Giovanni Cassiano (deceduto nel 435) e ad altri discepoli iniziati ai medesimi principi, ci si occupò di preservare e diffondere l’insegnamento contenuto nelle cosiddette “Icone”, anche grazie al fatto che a quei tempi la professione di amanuense veniva svolta all’interno dei luoghi religiosi.

A partire dal secolo VIII, il territorio francese fu attraversato da continue invasioni di popoli barbari. A causa delle incursioni saracene, che penetrarono fino in Provenza, l'Ordine di San Vittore si trovò molto indebolito e con l'Abbazia parzialmente distrutta. Quando, nel 972, in Provenza cessarono definitivamente queste irruzioni, l'influenza del monastero cominciò a rifiorire. Lo splendore perduto di San Vittore fu definitivamente restaurato da un monaco catalano, Isarno, che diresse l'Abbazia dal 1020 fino alla sua morte, avvenuta nel 1047: fu sotto la sua guida che l'Ordine assunse il titolo di Vittorino e divenne la più influente istituzione religiosa di un ampio territorio, comprendente la Catalogna, la Francia meridionale e gran parte dell’Italia settentrionale. Ciò rende verosimile l'idea della diffusione delle “Icone”, in seguito trasformate in giochi di Tarocchi, anche nel ducato di Milano, luogo di origine dei più antichi mazzi di cui la storiografia abbia notizia, ovvero i Tarocchi Visconti-Sforza, risalenti alla prima metà del 1400.  

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