Arcano XV: Il Diavolo... della Secessione viennese

In onore del Diavolo, che non necessita di presentazioni, vorrei parlarvi del conturbante scenario della Secessione viennese, tramite la storia dell'indiscussa protagonista femminile di quell'epoca, Alma Mahler (Vienna, 1879 - New York, 1964).

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Fu una compositrice e pittrice probabilmente talentuosa ma che, in quanto appartenente al gentil sesso, non sarebbe mai passata alla storia grazie alle sue doti d'artista. Tuttavia era una donna bellissima e sensuale, che sfruttò con scaltrezza queste sue altre "qualità" per sedurre uomini di primo piano all'interno di quel contesto culturale e sociale così spumeggiante e innovativo.
Dedicò il suo primo bacio a Gustav Klimt, grande protagonista della Secessione viennese. All'epoca del loro incontro, Alma aveva solo diciassette anni, mentre Klimt, che se ne innamorò perdutamente, ne aveva trentacinque. Nel volto di Giuditta, e di tutte le altre dorate ma oscure eroine dipinte dall'artista, si può forse scorgere la controversa personalità di Alma, la crudele seduttrice di Vienna.

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Il 9 marzo 1902 Alma andò in sposa al famoso compositore Gustav Mahler, di vent'anni più vecchio, al quale darà due figlie. Nel frattempo tentò di dedicarsi alla composizione musicale, ma gli impegni familiari e un certo fastidio da parte del ben più famoso marito le impedirono di perseguire con costanza e successo questo intento, obbligandola al ruolo conformista, per una donna esuberante come lei, di buona madre e moglie devota. Per la coppia iniziarono quindi anni difficili, condizionati anche dalla morte prematura della primogenita Maria Anna. Il matrimonio attraversò una grave crisi, anche a causa di una forte infatuazione di Alma nei confronti di un brillante architetto prussiano, Walter Gropius, il futuro fondatore del celebre movimento Bauhaus. Nel 1911 Gustav Mahler si ammalò gravemente e morì. L'anno seguente Alma si innamorò del giovane e tormentato pittore Oskar Kokoschka. Lei aveva molti anni di più, ma non era prigioniera delle convenzioni. Divenuto l’amante di Alma, Kokoschka prese a ritrarla in decine di quadri e bozzetti che, via via, assunsero un aspetto sempre più inquieto, cupo, ossessivo. La figura femminile a poco a poco si sfalda, perde di umanità assumendo i tratti di una inquietante bambola, fino ad arrivare alla concitata visione de "La sposa del vento", il quadro che Kokoschka dedicò ad Alma quando la relazione, divenuta tempestosa e violenta, si interruppe improvvisamente.

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Il 18 agosto 1915, nel mezzo della Grande Guerra, Alma sposò Gropius durante una breve licenza militare dal fronte goduta da quest'ultimo. I due ebbero una prima figlia cui diedero il nome di Manon. Nel 1918, tuttavia, Alma cedette all'attrazione nei confronti del poeta praghese Franz Werfel: lei aveva 39 anni e lui nemmeno 28. Gropius si avvide del tradimento della moglie, quindi si trasferì a Berlino con Manon. Alma lo seguì, ma lontana da Werfel soffriva: si sposò infine con il poeta ceco nel 1929 e questo suo terzo e ultimo matrimonio durò ben 16 anni. Werfel, tuttavia, era di origine ebraica: l'avvento del nazismo e la successiva annessione dell'Austria alla Germania costrinsero i due sposi a fuggire in Francia nel 1938. Poco dopo, a causa dell'occupazione tedesca del paese transalpino, essi furono costretti, tramite una fuga rocambolesca attraverso i Pirenei, a raggiungere la Spagna, il Portogallo e successivamente gli Stati Uniti. Werfel morirà di infarto nel 1945, lasciando Alma vedova per la seconda volta. La "femme fatale" della Secessione viennese rimarrà negli USA divenendo cittadina americana.

Nella sua autobiografia, Alma Mahler scrisse: ”Ho avuto una vita stupenda. Dio mi ha permesso di conoscere i capolavori del nostro tempo prima che lasciassero le mani dei loro creatori. Questa mi sembra già giustificazione sufficiente per la mia presenza sulla Terra”.

Questa autentica Musa del Novecento si era dunque servita della propria conturbante femminilità per ottenere ciò che voleva, ovvero "mettere le mani", tramite relazioni intessute con gli uomini più talentuosi della sua epoca, sul divino scrigno della creazione artistica: a muoverla, in ultima analisi, non era certo la volontà di essere ricordata come una "femme fatale", bensì l'inconscio desiderio di "vendicarsi" di quel mondo maschile che mai le avrebbe riconosciuto - in quanto donna - il suo talento di pittrice e compositrice. Del resto, si sa, le donne sono sempre state un po' "diaboliche". Nessuno potrebbe negare questa affermazione. E neppure i Tarocchi di Marsiglia la negano... Osservate i due esserini incatenati al piedistallo del Diavolo: quello a sinistra è una femmina, quello a destra un maschio. Secondo voi, chi dei due ha lo sguardo più sveglio?

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