L'Innamorato: il piacere e il karma

L'Innamorato, Arcano VI, è l'emblema dell'uomo che, grazie al discernimento, può sperimentare uno degli aspetti più piacevoli dell'incarnazione, ovvero la possibilità di scegliere. Tra le pieghe di questa splendida opportunità si cela, però, un tranello: il rischio di sbagliare. Non c'è niente di grave nel fatto di commettere uno sbaglio – questo fa parte del gioco – ma il problema è che gli esseri umani, solitamente, tendono a ripetere all'infinito i propri errori: un simile atteggiamento è destinato a generare un debito karmico che in qualche tempo e in qualche modo dovrà essere pagato.


Nel libro “Il sistema dei simboli”, la tarologa, astrologa e sensitiva Toni Allen rileva un suggestivo parallelismo tra l'Arcano VI e l'enigmatico dipinto “La Primavera” di Sandro Botticelli, risalente al 1478 circa.

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Sembra che quest'opera sia stata commissionata dai Medici per essere appesa, con intento educativo, nella camera del giovane Alfonso. Il dipinto appare diviso in tre parti: al centro della scena si trova Venere, sovrastata dal figlio Cupido. Alla sua sinistra (e a destra di chi guarda) vediamo Zefiro, impetuoso vento dell'ovest, il quale, attraverso il suo soffio, possiede Clori: il risultato di questa unione sono i fiori che, spuntando dalla bocca di Clori, si trasformano poi nella dea della Natura, Flora. Questo lato dell'opera rappresenta la lussuria, il desiderio che si sfoga generando frutti in maniera incontrollata. Alla destra di Venere (e a sinistra di chi guarda) vi sono invece le tre Grazie, le cui mani si intrecciano nello svolgersi di una danza delicata. Il giovane che chiude la scena è Mercurio, il messaggero degli dei, che simboleggia qui il discernimento sul quale devono basarsi le azioni umane: il dio è infatti raffigurato nell'atto di perforare con il caduceo le nubi che potrebbero obnubilare il suo giudizio. In effetti, questo lato del dipinto rappresenta il pensiero quieto, la riflessione, la capacità di elevarsi al di sopra dei bassi istinti. E' come se alla dea dell'Amore venisse offerta la possibilità di scegliere se sfogare il proprio desiderio o se tenerlo sotto controllo, anteponendo la ricerca di una verità superiore al soddisfacimento di un impulso momentaneo. Tuttavia Cupido, che è bendato, punta il suo arco decisamente verso le tre Grazie, come se l'amore per la verità fosse destinato a prevalere naturalmente e senza indugio.

 

Possiamo ora osservare come l'Arcano VI contenga una scena incredibilmente simile: un uomo tra due donne e, al di sopra del terzetto, un putto che copre il Sole, simbolo di chiarezza mentale.

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In questo caso, la giovane donna sul lato destro della carta, che appare dimessa in quanto ancora inesperta della vita, rappresenta l'assunzione di responsabilità che costituisce il presupposto di una solida realizzazione esistenziale, mentre la donna sul lato sinistro, dall'aria matura e ammiccante, simboleggia la tentazione esercitata dagli effimeri piaceri della vita. La via suggerita da quest'ultima donna è tanto attraente quanto dispersiva, poiché conduce quasi certamente ad accumulare karma. La strada indicata dalla donna più giovane, invece, è senza dubbio impegnativa ma anche ricca di opportunità, in quanto ci permette di evolvere e di entrare in contatto con la Verità senza smarrirci lungo il cammino. Il putto che emerge dal Sole guarda, in effetti, verso la giovane donna, anche se la sua freccia sembra non avere un obiettivo preciso. Che scelta farà, dunque, il nostro eroe? Il fatto che egli si tenga la cintola è indice della sua purezza di intenti; il suo sguardo, tuttavia, è rivolto verso l'ammiccante matrona, dalla quale si sente evidentemente attratto...

Toni Allen afferma, a questo proposito: “La donna lasciva simboleggia qualunque karma ripetitivo possiamo avere. Di volta in volta scendiamo lungo la solita strada, attraverso il medesimo vecchio schema di comportamento e facciamo gli stessi sbagli. E' l'abitudine che ci spinge a quel punto. Sappiamo che ci faremo del male, come è sempre accaduto, ma il più delle volte ci sentiamo a nostro agio nello schema in cui siamo bloccati. Possiamo anche predirne il risultato, che per quanto tragico o traumatico possa essere, conserva per noi una grande familiarità. Eliminarlo e cambiare il nostro schema comportamentale in modo da interrompere i maggiori legami karmici è un compito molto più difficile e scoraggiante”.

 

In questo Arcano, dunque, possiamo riconoscere l'eterno desiderio dell'uomo di ricreare il Paradiso perduto sulla Terra... progetto, questo, assai ambizioso, nel tentativo di realizzare il quale finiamo, molto più spesso, per ritrovarci al crocevia tra il Purgatorio e l'Inferno...

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