Il Matto

Il Matto è il “morto che cammina” dei Tarocchi, ovvero l'iniziato che – dapprima senza saperlo – intraprende il viaggio che dovrebbe condurlo sulla Via del Risveglio.

Nel libro “Il sistema dei simboli”, la tarologa, astrologa e sensitiva Toni Allen dipinge un ritratto molto divertente di questo personaggio:

«Il Matto veste come si presume debba vestirsi un folle, o buffone di corte, sebbene alcuni disegni lo trasformino in un semplice viaggiatore, mentre altri lo ricoprano di ninnoli e campanelli. Un cane gli sta alle calcagna e in molte immagini gli ha già strappato i pantaloni, lasciando esposta parte di una natica. Il bastone cui è appesa la sua sacca ha un'estremità piatta e arrotondata, come un cucchiaio. Nel periodo medioevale era questo l'aspetto del vincastro, prima che venisse completamente sostituito dal tipo di bastone a uncino, da pastorella delle filastrocche, che siamo abituati a vedere. Il pastore posizionava una zolla di terra sull'estremità a cucchiaio del vincastro e lanciandola immediatamente davanti o dietro al gregge spaventava le pecore in modo da farle avanzare o retrocedere, anch'egli con un cane alle calcagna. Sulla base di queste osservazioni, nella carta possiamo riconoscere l'immagine di un pastore che torna a casa. […]

E' storicamente accertato che, per tenere alla larga gli stranieri, gli abitanti dei villaggi avessero l'abitudine di tenere i cani sulla via di passaggio. Inoltre, è altresì un fatto storico che i calzoni medievali, come quelli indossati dal Matto, fossero composti da due braghe separate, tenute insieme da dei legacci, una sorta di precursori delle bretelle, con un capo di biancheria o brachetta a costituirne la parte centrale. Di qui possiamo intuire che forse i pantaloni del Matto non sono strappati, bensì semplicemente slacciati da un lato. A quei tempi calar le braghe era un noto sberleffo, il probabile equivalente dell'odierno gesto del dito medio. Quindi? Quest'uomo è bistrattato dai cani da guardia dei pastori o si tratta di un viaggiatore che sta dicendo: “Fanculo!”?

L'enigma continua se teniamo presente l'immagine del buffone di corte e i suoi atteggiamenti disinibiti. Era l'unico uomo ad avere il permesso di ridicolizzare il re e godeva del suo più ampio favore, e spesso veniva mandato a distribuire tanto l'elemosina ai poveri quanto aspre parole berciate tutte d'un fiato. Il personaggio del buffone nel Re Lear di Shakespeare è un eccellente esempio di come il folle si dimostri il più saggio di tutti. Verso la fine della tragedia ci si comincia a chiedere chi sia davvero pazzo, se il buffone folle o il re che si crede ragionevole.

Perfino in una delle primissime edizioni dei Tarocchi, il mazzo Visconti-Sforza, il Matto viene raffigurato come uno straccione con un bastone o randello. E' un solitario, enigmatico, e sia che lo vediamo come un buffone, vagabondo o viaggiatore, i suoi modi indipendenti lo separano dagli altri Arcani Maggiori, ponendolo al di fuori dei limiti accettati della società».