Penso che La Stella, Arcano XVII, sia una delle più belle lame dei Tarocchi. Vi è raffigurata una donna che, inginocchiata in segno di devozione, sta alimentando il fiume dell'esistenza, riversando in esso il contenuto di due anfore: quest'opera vivificante viene messa in atto con la benedizione dell'Universo, rappresentato da otto astri scintillanti.
Sono state fornite molte diverse interpretazioni su quale corpo celeste sia rappresentato dalla grande Stella centrale, ma è inutile perdersi in simili dettagli. Dal mio punto di vista, questo Arcano intende ricordarci che ogni essere umano è assistito dalla “propria” personale Stella: ciascuno di noi, dunque, ha il diritto di interpretare la grande Stella raffigurata sulla carta nel modo che più gli risuona dentro.
Nel libro “La Torre Mistica dei Tarocchi” di John Blakeley, l'incontro con La Stella viene descritto in modo molto poetico:
«Svanita questa Visione, seguii la Guida nella Diciassettesima Camera; quando vi entrai sentii su di me il soffio della Primavera, e il mio cuore, rattristato alla vista della Torre distrutta, balzò di gioia. Scorsi davanti a me la Visione di un'incantevole fanciulla; le sue trecce dorate erano incoronate da un diadema di sette stelle. Sedeva in un verde prato, smaltato di splendidi fiori, e accanto a lei c'era una fontana da cui sgorgava la purissima Acqua della Terra. L'incantevole fanciulla schiuse le labbra e parlò, e la mia Anima fu così commossa che le lacrime mi sgorgarono dagli occhi per la gioia di udire la voce dolcissima, simile alla musica di un'arpa nella quiete della notte. Mi disse: "Io sono la Voce della Speranza nel Mondo. Io sono l'Eterna Giovinezza della Natura. Nelle profondità del Mondo Materiale è celata l'acqua che sgorga nella Fontana dell'Immortalità. Ho assorbito lo Splendore del Sole nelle mie trecce dorate; dal mio diadema di stelle traggo la Speranza della Redenzione; per mio mezzo giunge all'uomo il Coraggio di lottare contro la schiavitù in cui egli è posto"».