L'Imperatore (Arcano IV)

La monografia sui Tarocchi della rivista “Oltreconfine” contiene un articolo di Gabriele Policardo, nel quale gli Arcani IV (L'Imperatore), V (Il Papa) e VI (L'Innamorato) vengono descritti come emblemi, rispettivamente, dei voti di obbedienza, povertà e castità.

A proposito dell'Arcano IV, che rappresenta la costruzione delle forme fisiche, Policardo scrive:


«Ecco l'Imperatore. Colui che è, sa e può. Un uomo solo, appena appoggiato sul seggio, scomodamente, senza poggiare la schiena: non può riposarsi né camminare, ha le gambe incrociate; con una mano impera, con l'altra regge la cintura, cioè domina i propri istinti e i propri impulsi naturali, così come attraverso la pesante corona, cinta di spine, trafigge i pensieri liberi dell'immaginazione perchè siano addestrati e volti al bene supremo. E' solo, come quando si prende una decisione che influenza milioni di vite e si isolano nella mente solo due voci: quella della Ragione e quella del Cuore. Siede all'aperto, in compagnia di un povero ciuffo d'erba; non si autocelebra in un sontuoso salone. Serve lo scudo deposto alla base del trono, e in nome del trono rinuncia alla propria identità e diviene un garante al servizio. L'uomo più potente è il primo dei servitori. Non libero di muoversi ma sentinella del seggio, vincolato nel movimento intellettuale come nell'azione fisica, è privato anche della libertà d'opinione. La legge lo costringe e lo obbliga, anche se applicarla vuol dire andare contro i propri personali principi. La sua missione, infatti, non è individuale, bensì collettiva, poiché il vero potere è anonimo, nel senso esoterico del termine, tanto che i maestri – e persino i papi – rinunciano al proprio nome quando accolgono la guida del lignaggio. Egli rappresenta il trono e la sua rinunzia all'opinione personale è la condizione fondamentale alla rivelazione della verità. Solo così la sua autorità può essere fonte di legge e ordine. Corrisponde al primo dei tre voti, quello dell'obbedienza».