All'interno dell'articolo di Gabriele Policardo che ho già citato in relazione agli Arcani IV (L'Imperatore) e V (Il Papa), l'autore sottolinea come l'Arcano VI (L'Innamorato) costituisca la quadratura del cerchio, in quanto rappresentante del terzo e ultimo voto, quello di castità:
«L'ultimo passaggio di questo trittico, il più raffinato, riguarda la perfetta sovrapposizione tra il voto di castità dell'Arcano VI e l'imperativo che racchiude l'intero senso dell'operazione morale di Kant: “Sii autonomo”. L'Innamorato è più di un misterioso fanciullo conteso tra due figure femminili – l'una virtuosa, l'altra sfrontata. E' l'esercizio pratico per risvegliare in noi il Paradiso perduto, quello stato edenico sepolto nei nostri strati psichici più profondi, in cui l'uomo era unito a Dio e per saggezza istintiva ubbidiente, per consapevolezza sperimentata povero – possedeva tutto – e per conformazione psicofisica casto, vale a dire abituato ad amare con lo spirito, l'anima e il corpo. […] E' il principio della caduta, cioè la tentazione: dall'obbedienza alla disobbedienza, dalla povertà alla cupidigia, dalla castità alla lussuria. L'Arcano VI, la dottrina dell'esagramma, racchiude in sé la meditazione profonda sul tema cruciale della scelta autonoma, un passaggio che nel racconto archetipico dei Tarocchi troviamo a poco meno di un terzo del cammino e che per Kant rappresenta il punto di arrivo dell'esplorazione morale umana».
A proposito di Paradiso perduto, vi ricordo che questo Arcano nasconde un piccolo “tranello”: il vero Innamorato, infatti, non è il giovane conteso tra le due donne, bensì... Dio in persona - quel Dio, eternamente Innamorato della Propria Creazione, rappresentato nell'Arcano VI dal disco bianco e dai raggi colorati che incorniciano il puttino alato.